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+39 0923.972315E' la più lontana e isolata delle Ega di, con una storia a sé , anche dal punto di vista geologico e naturalistico , rispetto alle altre isole dell’arcipelago. Montuosa e selvaggia, infatti, si è staccata dalla terraferma diversi millenni prima delle altre due.
Le sue coste alte e rocciose forma no le grotte, circa quattrocento degne di nota, sia in superficie che in profondità, raggiungibili solo dal mare, ed offr ono allo sguardo del visitatore fondali di una bellezza indescrivibile, ai quali è possibile accedere quasi esclusivamente per mezzo di imbarcazioni.
L ’isola prende il nome attuale dal mare che la circonda e dal timo: la montagna profuma del timo di cui è ricoperta, e maestosa sovrasta il paese che si estende ai suoi piedi. L’approdo avviene allo Scalo Nuovo, e subito si avverte il ruolo maestoso della montagna che incombe. E’ comunque lo Scalo Vecchio, sul lato opposto, il vero porticciolo dei pescatori di Marittimo, dal quale si scorge Punta Troia, che si sporge sul mare col suo Castello costruito dagli Spagnoli nel XVII secolo.
Lasciato il paese, seguendo una mulattiera che si inerpica per la montagna tra la vegetazione mediterranea, si arriva al sito ar cheologico delle “Case Romane”.
Qui si trovano i resti di una costruzione romana e di un tempio risalente ai primi secoli dell’era cristiana, testimonianza della presenza dei Romani sull’isola. Nei suoi pressi si trova la chiesetta bizantina dedicata al cu lto di S. Basilio, probabilmente dell’XI secolo, caratterizzata dalla pianta a croce greca contratta. Tutta l’area mostra un carattere sacrale, che va forse collegato alla presenza della più ricca sorgente d’acqua dolce dell’isola: “ Hier à Nesòs ”, isola sa cra, è infatti il nome che a ragione i Greci le avevano attribuito.
Dalla parte meridionale del paese si inizia l’escursione in montagna attraverso una strada che all’inizio costeggia il mare, e poi sal e verso Punta Spinone. Proseguendo per sentieri in mezzo ad una vegetazione selvaggia, che presenta peraltro numerosissime specie di piante di esclusiva pertinenza di questo territorio, anche rispetto al resto della Sicilia, si arriva, passando per luoghi sempre più suggestivi, al Faro di Punta Libeccio.
Muovendo invece in barca dal porto verso nord, si può entrare nella Grotta del Cammello, dove è possibile raggiungere una piccola spiagg ia di ghiaia in fondo alla grotta stessa. Superata ancora verso nord Punta Troia, si apre la Grotta del Tuono, e con Punta Mugnone termina così la costa settentrionale dell’isola. Sul lato occidentale si apre uno scenario fantastico, con una costa che si fa altissima , e rocce dolomitiche che scendono a picco sul mare trasparente e turchese: Cala Bianca, Grotta P erciata, Cala B ombarda e la Grotta del Presepio, all’ interno della quale le rocce, trasformate in stalattiti e stalagmiti dal l’erosione costante e impietosa del mare e d e l vento, sembrano statue di un presepe. Ancora si giunge a Cala Spalmatore, e dopo Punta Libeccio la costa miracolosamente ricomincia a verdeggiare fra piccole cale fino a Punta Bassana.
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